Gargano misterioso: Leggende e curiosità pugliesi

Leggende e curiosità pugliesi: i misteri del Gargano

Scopri le leggende più affascinanti del Gargano. Tra miti e curiosità, un viaggio nel cuore della Puglia più magica e misteriosa.

Gargano misterioso: Leggende e curiosità pugliesi


Di curiosità sulla Puglia ce ne sono tantissime. Abitata nei secoli da popoli diversi, è stata attraversata da culture affascinanti, che hanno influenzato il pensiero e i racconti fino ad oggi. 
In particolare, il Gargano, è una delle aree della Puglia che più è avvolta da un'aura di mistero. 
Il perché è custodito nelle grotte ombrose, tra la fitta vegetazione dei boschi e nei fondali profondi.
Ci sono dei luoghi magici e dei miti famosi che hanno destato la curiosità di molti. Scopriamoli insieme. 

Leggende Pugliesi e i miti del Gargano

Diomede e la Leggenda delle Isole Tremiti

La leggenda narra che l’eroe dell’Iliade dopo la guerra di Troia, prima creò il Subappennino e il Gargano con due blocchi provenienti dalla distrutta rocca di Pergamo, poi lanciò gli ultimi ciottoli in mare. Così nacquero le Isole Tremiti, conosciute anche come isole Diomedee. Il racconto continua con la morte dell’eroe sull’Isola di San Nicola dove i suoi compagni di viaggio trasformati in uccelli da Afrodite, vegliano giorno e notte sulla sua tomba. 
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La leggenda di Pizzomunno e Cristalda

Pizzomunno e Cristalda erano due giovani ragazzi che amavano passeggiare mano nella mano lungo la spiaggia di Vieste.
Le sirene che abitavano i profondi fondali della costa erano tormentate dalla gelosia verso questa bellissima coppia. Il loro amore era troppo bello e puro. Così iniziarono a tentare il bel Pizzomunno, cercando di allontanarlo dalla sua amata Cristalda, ma con vani sforzi. 
Decisero di impartire alla coppia una crudele lezione: una notte di luna piena, quando i due amanti erano a riva sulla spiaggia Vieste, rapirono Cristalda e trasformarono Pizzomunno in pietra.
L’affranta Cristalda piangeva ogni giorno l’amore strappato, in modo così struggente che Poseidone decise di concedere loro un incontro d’amore ogni 100 anni. 
Oggi simbolo di questo amore travagliato è la pietra del Pizzomunno, che rende iconico lo scorcio della spiaggia di Vieste.

La ninfa Gargara della foresta Umbra

Considerata la più grande foresta di latifoglie in Italia, nella Foresta Umbra ci sono esemplari giganteschi, come gli aceri e i faggi, che hanno ispirato l’immaginazione popolare. Si narra che nella Foresta viveva un fauno, metà uomo e metà caprone, che provava una forte passione per la bella ninfa Gargara. 
Il desiderio era così forte che una notte cercò di possederla con la forza. La ninfa Gargara gridò implorando aiuto e, in suo soccorso, arrivarono animali e la popolazione della foresta.
Il fauno decise allora di rivolgersi a Giove, rivelandogli che la ninfa lo aveva rifiutato per un umano. Riuscì a convincere il Dio nel suo piano malvagio, tanto che Giove trasformò la ninfa in un acero bianco. Da quel momento il fauno restò sempre disteso sull’albero proteggendolo da chiunque volesse danneggiarlo. 
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La leggenda di Uria, la città scomparsa

Nel Gargano si celano anche luoghi magici e misteriosi. Si racconta ad esempio che tanto tempo fa, lì dove ora c’è il lago di Varano, esisteva una città, chiamata “Uria”. Il re della cittadina si chiamava Tauro, un uomo malvagio che governava su un popolo peccaminoso e nefasto. Per questo, secondo la leggenda, Dio, adirato dai peccati e dalle nefandezze degli abitanti di Uria, decise di punirli con un devastante diluvio.
Accadde una notte, alla fine di una grande festa, che un nubifragio colpì Uria, fino a distruggere ogni cosa e persona. Nessuno si salvò tranne una giovane fanciulla che viveva lontano dal centro abitato, Nunzia, una donna umile e devota. Infatti quando l’acqua arrivò alla sua porta, per istinto lanciò il gomitolo di filo da tessere verso il fiume d’acqua e gridò: “Figlio mio, fermati qua!”
Dopo quella terribile notte Uria era scomparsa e al suo posto c’era il Lago di Varano.
Alcuni pescatori narrano che nelle notti di luna piena sentono ancora il suono delle campane della città scomparsa.

La leggenda della Grotta di San Michele Arcangelo a Monte Sant’Angelo

Una tra le leggende più famose del Gargano, che unisce sacro e profano, è quella della grotta di San Michele Arcangelo a Monte Sant’Angelo.
La figura di San Michele è da sempre associata alla lotta tra luce e tenebre, alla vittoria del bene sul male: in questo racconto le apparizioni dell’angelo aiutano la comunità a salvarsi.
La sacralità della grotta nasce dall’apparizione di San Michele Arcangelo, che a partire dal 490 d.c. per ben tre volte si è manifestato prima davanti agli occhi di un pastore incredulo, poi durante l’assedio di Siponto e l’ultima alla presenza del vescovo. Tutte queste apparizioni sono avvenute nella grotta, oggi patrimonio dell’UNESCO  e luogo di mistica bellezza.

Queste sono alcune tra le leggende pugliesi che colorano i racconti nelle notti stellate e che incantano l’anima di chi decide di visitare il Gargano.
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